Ho te, Antico di giorni, da generare

“…poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato

e comprenderanno ciò che mai avevano udito.”


(Isaia 52,13 – 53,12)

Anche lo stupore cresce, per la sua lotta che trema. L’Antico di giorni lascia discendere il suo sguardo nella generazione che lo invoca. Ecco. Quanto sono mirabili le tue volontà, mi stanno a cuore come ogni tuo decreto. I tuoi precetti mi rendono giusto davanti ai miei simili e donano saggezza alla stessa giustizia. La tua parola vive dentro me, dunque è. Ed io sono, prima che l’identico mio essere fosse. I tuoi insegnamenti stanno in me, subito davanti a me e oltre ogni creatura e cosa. Come sono perfette le tue vie: tra esse vanno cercandoti i miei passi già dal sorgere dell’aurora. Prima che i miei occhi vedessero la luce sono stato visitato e conosciuto dalla luce stessa che mi ha coronato, per un principio di grazia e di giustizia, col nativo fuoco della redenzione. Il mio respiro non si eleva né si dimenano i miei palpiti per la tua presenza: certo nella tua certezza, come un bimbo che si nutre di vita nel grembo di sua madre, io resto abbandonato tutto in te. Generato dall’ingenerato, io sono colui che ha per discendenza cielo e terra nella sostanza da te creata e per me concepita: ti porto in me poiché io ho te, Antico di giorni, da generare. I popoli e le nazioni si stupiranno quando avverrà l’eletto prodigio. Nel tuo nome nel mio si riveleranno tutte le tue alleanze e a balenati cieli si compirà l’inescrivibile Nuovo per dare origine, presso di te, all’Origine, della quale ne sei principio e fine.

(09/11/2023)