I nomi non facciano i nomi. Si dirà solo che da oggi, per innestate catastrofi plurilaterali, più di qualcheduno timbrerà i suoi lasciapassare con l’anello monco, nel rantolo novello del sigillo pescatore. Se la più nobile delle democrazie non sostiene, per principio suo elementare, la comunione – sì amabile, cosa scatenerà mai il connubio della prima con la tirannide? I nomi non facciano i nomi. Basteranno le urla nei mercati, sospesi tra le piazze. Allora, coerente diviene alludere ad una speculazione di massa. Se la guerra è un dato certo, un certo dato di fatto, la pace è un punto di percezione. La percezione di un punto di vista. Non fosse altro che a governare in quest’epoca ottenebrata opera un devastante divario di vedute tra certezza e percezione, il cosiddetto strabismo di classe. E la nebbia, poi!
(04/04/2025)