Il bacio ultimo di una parola unigenita di se stessa



Mi fu elargita facoltà di ammonimento e annunciazione. Ed io non posi domande né alternai monito e visione. Uno, uno e tutto furono le mie distribuite pietanze, cibo destinato non solo a chi aveva pietre per denti e cuore nello stomaco. Fui, quindi, vento e neve, calura e torpore. Patrono delle stagioni avverse per una deglutita furibonda volontà paterna nei flussi dell’anima liberata dalla tribolazione del sangue e della carne, ebbi a proclamare l’imminente disastro delle nazioni poiché ad esse inviato con mandato divino, incontrastabile ovunque, e incontestabile perfino dentro la mia miseria intellettiva, indefinito dissolvimento di una ragione che di lì a poco non avrebbe riconosciuto i terreni limiti. Aprii la mia bocca al bacio ultimo di una parola unigenita di se stessa e ciò che ingoiai fu l’inviolabile principiare suo in apocalissi del Verbo.

(28/06/2022)