– Stillate, cieli, dall’alto e si apra la terra –
(Is 45, 8.23; Lc 7, 19-23)
L’attesa fu sconvolta. Non furono parole semplici a compiere questo plenilunio di antiche promesse ma l’enormità delle opere. Così l’unione prese la mano di entrambi come mai prima d’allora era accaduto e, attraverso il bacio degli avvenimenti, ebbe inizio il nuovo. Mandato egli mandò e il dubbio, la paura, la speranza, divennero l’avvento della ottemperata ricongiunzione al petto a due volti, ove da sempre stilla la fonte viva dell’acqua inseparata dal cielo. S’era davvero aperta la terra, il germoglio spuntato aveva messo le sue potenti radici e la rugiada, aprendo gli occhi di molti, realizzò la dualistica esistenza della concezione. Colui che fece dell’aria lo sgabello della propria parola frastornò, con la guarigione, l’umanità delle anime nella successione del fuoco.
(16/12/2020)