Così dice Dio, l’Altissimo,
il Signore dei Signori:
Perché siete andati fuori
dalla mia vigna
senza che io ve ne abbia
mai comandato di uscire?
Avete, dunque, udito
la voce dei ladri
e siete accorsi da loro
poiché siete schiavi del denaro
e dominati dalla mania di potere
più che attaccati alle vostre vite.
I tralci che rappresentate
con stoltezza e ingiustizia
sono divenuti ormai un’infamia
per i vitigni a me cari.
Il vostro nome
è la tragedia del mondo,
la canzone del secolo,
il ritornello vecchio e nuovo
che si ripete di sorriso in sorriso
nella solita stretta di mano
che ben conosce
il suo compagno di stanza,
l’aguzzino di turno.
Io vi ho dato in dote una terra
e voi l’avete depredata,
e andate caricando sui legni verdi
un gioco di ferro,
insopportabile.
Ascoltate, dunque,
inviperiti sciacalli.
Io sto per imporre
un gioco di bronzo
sul collo di ognuno di voi
e di voi ognuno
rimpiangerà l’esistenza
e odierà la rappresentanza.
Osservate questa parola
che mangia e che non mangia
perché ha fame
di quel che c’è ma non c’è.
E guardate anche
le vostre anime imbandite
sbranate da un avido sentimento
che sentimento avido non è.
Ecco. Così parla l’Onnipotente,
Colui che tutto ha creato
e al quale sono assoggettati
tutti i popoli e tutte le nazioni:
nel mio nome fiorirà,
come un narciso solitario
di una solitaria steppa,
una nazione.
Sì. Essa sboccerà dalle mie labbra,
dalla mia parola.
Disamorati e persi,
vittime della vostra tonta scaltrezza,
ho atteso ma invano.
Finirete come il legno vecchio,
che a nulla serve,
e formerete la cenere incolore
di un’aria immobile
in un tempo
dal ritorno del non ritorno
a margine di quel mondo
mai stato vostro.
In quel tempo
gli sciacalli e le vipere
avranno fame
di un qualcosa che c’è ma non c’è
e saranno sbranati
da un avido sentimento
che sentimento avido non è.
Per quanto riguarda la nazione,
tardi e lenti di occhi e di cuore,
eccola sbocciare già,
narciso di una steppa solitaria,
come un virgulto,
dalla mia parola
su di un legno nuovo
irrorato dalla stagione
delle stelle cadenti
e dai sette monsoni.
(22/05/2023)