Non io vivo né sono a vivermi.
È l’attesa, libera da se, da noi,
e che in me abita nel tuo albeggiare acqueo,
primaverile,
a sostenere il distacco dal corpo
(greve causa della creazione a uomo,
a simbolo indefinitivo d’ogni materia)
per mitigare la tua contrazione intima e onnisciente
in quest’anima che perviene a unisono
nel nostro sconfinato esistere.
(20/01/2022)