In questo nido di nebbia tra roseti di ghiaccio



Figlio dell’uomo alza un lamento per questa generazione, per i suoi non credo, per la sua non pace, per il suo non amore, e lascia che la tua canzone diventi pianto, pioggia sempre più diffusa e insistente in questo nido di nebbia tra roseti di ghiaccio. I vostri figli si alzeranno contro di voi per spalancarvi la bocca e per levarvi le ultime parole rabbiose da un impietrito flusso di fiato. Non ci sarà nessuno a battersi il petto per voi, per loro, se non la mia colomba discesa con la folgore che gemendo dolcemente sbatterà le sue ali contro se stessa prima di risorgere nel suo tempo. Il tarlo della vostra conquista suggerà sino alle mammelle dei campi scarlatti che saranno lavati nella pace dell’amore. Alzati figlio dell’uomo. Lamentati e dì a questa generazione di non essere incredula ma credente poiché adamantini come tripudi di grandine già piovono pianti, dolori e massacri, dallo squarcio furioso dei cieli che stillano sangue per i tralci della mia vite. E guai. Guai.

(16/01/2023)