In seno al verbo

“In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:”


(Gv 1, 1-2)

“Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.”


(Gv 1, 18)

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Traluce movimento, mistagogia di un territorio in viaggio. Una iperventilazione dei silenzi misurata dalle interferenze della fiamma, induttiva parola che i sentimenti mesce prima di ricomporsi tra le vene divaricate dei sentieri immuni dalla logica slogata del pensiero e dal peso atavico della carne, nel brulichio antico dei più severi presagi, quando ad emettere il suo aureo vagito non è altro che il diorama da trascorrere, nel suo intervallo temporaneo, del tuo bacio nel mio, a inalterata passione e a metanoia inoltrata, eterno figlio mio, entro i cui misteri, sì, ti sono figlio anch’io. Escatologia elevata nella dossologia di ogni assoluta sostanza – oh, pace! – è questo il paesaggio immenso, il nome ingenerato, il bacio dal quale trapasso e vivo per mezzo dello spirito, questa esecuzione principe nella quale io ti sono e io sono, padre, mentre ancora nei miei occhi tu t’innervi e muoio ancora, e ancora nasco, con la mia parola che diviene infinitamente anima di colei che in tutto m’è figlia, di colei che in tutto c’è madre.

(26/02/2024)