“Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.”
(Sal 16, 11)
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Hai restituito vigore ai miei insuperati tempi asfissiando, così, le voracità occulte intinte dal sentore delle tenebre. Tra le mie labbra germogliano bagliori di libertà amati dai rivoli azzurri della rugiada e sopra il mio petto gocciano, imperituri, sangue ed acqua i fertili raccolti del nuovo aprile. La gioia più vasta che la verità vuole in me radicare è l’incondizionato abbandono alla fioritura paterna. E in un librarsi d’infiniti bagliori ecco tra le mie mani evadere aneliti di astri sopra cupole di ringiovaniti silenzi. Farò della nostra compresenza cieli di avveramenti, di innovate certezze, versati nella coppa dalle sette braccia colma di fluviali trasparenze ormai mature come vergini spose invitate alle prodigiose nozze dei miei tre arcobaleni. Sì. Perché mi hai concesso vittoria e su di me non hanno prevalso le porte degli inferi. Principe della vita e primogenito dei risorti ripiego il lenzuolo del mio passaggio sul tavolo di marmo che mi conobbe assente tra gli assenti e con la pietra incisa tra le dita io sono, adesso, ad indicare la via, il ritorno. Non lascerò nulla d’incompiuto. E quando spalancherò i sepolcri tra cielo e terra, comandando allo spirito di fare nuova ogni cosa, a creazione ricreante anche il dimenticato inverno canterà il mio nome. In quel tempo i quattro venti riuniti condurranno la mia voce dalla tua, dolcezza senza fine alla tua destra.
(02/04/2024)