Dissuadermi,
voler costringermi
dal non tenere in te
ogni mio pensiero,
nel riflesso primitivo
del nostro iniziarci al domani,
oggi come ieri,
in un presente che si formalizza
in sostanze di avvenuti avvenire
in una sola divenuta creatura,
oh essere
che dilaniando le concettualità temporanee
mi dilati le fenomenali contrazioni
di un’anima che no,
non è più mia adesso?
Ed è soltanto anima?
Un’arsura,
labbra che ardono
per la sete del tuo rivolo bollente,
per l’attesa del bacio inconosciuto
e già tramandato,
posto a sigillo
come fosse una pagina iscritta
con la china del mio petto
da custodire
per chissà quale postuma generazione
di chissà quale nostra discendenza.
Vero.
Il principio che separa le realtà
ancor più orizzontali,
che vorrebbero dominare
il reverbero del nostro rovistarci dentro,
accanto, con assoluta tenerezza,
si concepisce non da sé
bensì da un travalicare il male
per ciò che in qui
sentiamo nascere con violento ardore,
per generare primizia e virgulto,
ossia l’attacco
di ogni nostra nota sospesa
nell’illeggibile pentagramma
della oramai maturata tempesta.
Ecco. Mi vedi con i miei occhi.
Mutante, senza essere io,
essendo nella trascendenza di noi.
Io nutro la necessità di celebrarti,
quasi fosse una fame mortale,
anche se in questo tempo di tempi
ruota un dodecaedro coronato
dalla umiltà della medesima certezza
che non ve n’è alcun bisogno
giacché tu sei la celebrazione
di ciò che nei mondi dei vari mondi
il mondo definisce quale amore puro,
oh segno mirabile che fortifichi i cieli,
assunzione inesauribile
del visibile nel non osservabile.
E inesauribile assunzione
dell’osservabile nel non visibile,
auto-contemplazione costante
di un concetto colmo di grazia
e d’innocenza
irraggiungibile da qualsiasi
umano vissuto di lucore,
e di quel che va elevandosi
oggi come ieri,
nel riflesso primitivo
del nostro iniziarci
all’avvenuto domani
nel plurimo divenire
di una sola presenza,
creatura che muovi luce adesso
poiché già del creato armonia sei
e rivolo celeste
da anteporre anzitutto al creato,
ah, etere del nostro fiato
che ti lasci ingoiare dalla fame totale
della superna bellezza!
Abbiamo vestito il mare agli occhi.
Questi occhi che non smettono
di vestire il mare.
E il mare lo abbiamo vestito agli occhi.
Quegli occhi che il mare
non smette di vestire.
Ininterrotti.
Ininterrotti…
(15/08/2023)