La battaglia, madre di ogni assedio generazionale, oggi la si può definire come la morte dello splendore senza nessun punto di vista. Una tempesta in pieno petto. All’uomo e alla sua facoltà di discernimento spetterà il respiro dell’ultima parola quando, esalata ogni esperienza di speranza, anche la città più furiosa gli volterà le spalle nauseabonda della sua medesima crudeltà. Sarà quello il tempo prefissato per l’esaltazione dello spirito tra i giardini epifanici straziati dalla carnea presenza dei fiori di melo.
(31/03/2023)