Sdrucciolevoli ambientazioni atemporali preparano il fine pausa della parola per anatomizzare, vivo, il flusso genetico della sua impolarizzabile dimensione. È la chimica della personificazione, lo sconfinamento graduale e mai finito che interpone le disarmonie al caos e il caos alle ineffabili geometrie della perfezione. E memorie, numeri, lettere, caratteri inspiegabili a cuori umani, a scienze prodigiose, lievi vanno infrangendosi nell’ennesima elevatezza spirituale per carezzare i limiti della bellezza e sottostare ai cori nevosi della conoscenza, lì dove la natura diviene divina e pensiero, spazio, tempo, ritornano nuclei di nuclei di luce nella immutabile cellula genitrice che per origine origina nel principio suo medesimo e trinitario.
(02/05/2024)