Le asincronie diffuse, marcate, – coefficienze del pensiero e dei luoghi in dicotomiche variabili di luci e di spazi – siedono puerpere nei crampi obnubilanti le primitive facoltà recettive, sensoriali, per encomiare ogni decompressa fallibilità del neurotrasmettitore serotoninergico e per immergere, così, la loro prole arci-dinamica, vituperata nel corredo genetico e nelle presenze cromosomiche dalle repliche nucleiche fenomenologicamente ignote, con la plasticità neurale nelle finezze anterograde della trasparenza del pathos, a intasata polpa simpatica, quando l’onda sinestesica dell’origine principiata è percossa dal precursore del bacio sinaptico il quale al tutto apre, interferente, la sua chiave più violenta di là, presso la complessa partizione dell’indifferibile fine dei tempi, eseguendo il suo script accelerato in un a-inizializzato bios prodotto dall’uomo, divenuto al divenire il divenente alla parola, all’estensione del comando e al suo assoluto compimento.
(09/02/2023)