Tace tutto. È addormentato il mondo. Su di esso veglia un silenzio arcano. Per i suoi figli l’espansa luce profonda in terribili doglie. Sa che non ci sarà il domani. Trema la terra, si scuotono i fiumi, fremono i mari: d’improvviso nulla è più come prima. Svanisce il sonno, scompare ogni affanno. Niente sarà più niente: la parola emerge sopra i cieli ancora capovolti e con essa la sua stella, bagnata, ai suoi quattro lati, da un fiume che la va rallegrando. La natura è in festa. La luce ha dato il suo frutto. Com’è dolce. Più del miele il suo sapore, mentre primogeniti echi di nardo olezzano l’aria. Ecco. I fratelli vivono assieme. Dell’uno e dell’altro, si dirà: nessuno è andato perduto, quando, sgorgando dal seno della vita, semineranno umanità di umanità. E, cantando l’amore, saliranno uniti, traversati dalle infinite azzurrità spalancatesi nei loro rinnovellati occhi, di pace aspersi dagli inesprimibili baci dell’ovunque vero.
(14/04/2025)