La messe è matura
Così dice Dio, mio Signore:
La messe è matura.
Sta per giungere la notte
dal chiarore devastante,
il giorno dalle lunghe tenebre.
Gridalo a gran voce:
l’assassino e il suo fattore
cadranno per un paio di buoi,
per un aratro contestato.
Il tramonto e l’alba
sospesi sulla terra
di chi crede di essere
e di chi non è
in un gorgo di tempo
snaturato dall’assenza delle stagioni
e compresso dalla ferocia dei venti.
Prendi l’olio, prepara la lampada,
poiché la nebbia
che costringerà molti
alla veglia dei passi e della mietitura
non si diraderà
per i suoi notevoli comparti lugubri
e stagnanti.
Parola del Signore rivolta al paese della desolazione e a quei paesi che ne hanno pigiato con violenza i seni quando questi erano allo stato puro, verginale. E parola riguardante pure tutti coloro ai quali Dio ha posto tra le mani la coppa della sua ira perché con quelle mani si sono macchiati dei più efferati delitti contro l’indifesa innocenza.
Così dice l’Altissimo, mio Signore:
Tu,
pur non dimenticandomi,
m’hai recato l’offesa più grande.
Il mio nome lo hai dato
in pasto ai tuoi figli
per la tua fame infame di denaro
pur sapendo che loro
sono il cibo avariato
di una prole bastarda.
Ti sei venduta, ti sei venduta
ad ogni stradina di quartiere,
di mano in mano
sei passata per ogni mercante.
Ah, quale triste affare
sei divenuta oggi
e quante, quante turpitudini
derivano ovunque
dalla tua incestuosa presenza!
La tua indecente condotta
la dimostri con orgoglio,
perversa e miserabile come sei,
e ne vai fiera, o sporca.
Ai tuoi vizi perniciosi
e ai tuoi costanti delitti
rincasi con volontà ferrea,
implacabile,
come una scrofa
che ritorna nel fango a rotolarsi,
come un cane
che ritorna con gusto
al suo vomito.
Ma tu non ti lavi.
Le tue immondezze
le ho tutte davanti,
non si possono più numerare.
E dietro di te
seguono altre sanguinarie
di indifendibili e lattanti.
Hanno appreso da te
il mestiere da prostituta
e non si fermano mai, anzi.
Il loro piacere
è divenuto così grande
che sono esse stesse a pagare
e per il luogo e per la mescolanza.
A quali affari si sono vendute,
lo sai?
Seguendo la tua condotta
han peggiorato la loro condizione
lasciando bruciare così
l’esistenza di molti.
Sì.
Le tue amate sorelle,
eccellendo nella loro perversione,
hanno bissato e superato
ogni tua malignità.
Ecco.
La mia ricompensa per voi si eccita,
avanza come un prode
ebbro di vittoria
per la sua ultima battaglia,
dice il Signore.
La messe è matura.
Gridalo a gran voce:
l’assassino e il suo mandante
cadranno per un paio di buoi
e il lavoro invertito di un aratro.
L’alba e il tramonto
in un tempo contestato.
Contestato da chi,
senza timore alcuno,
mi ha negato.
Ecco, dice il Signore.
Non generate da me,
le cosiddette sorelle
non troveranno pietà
davanti ai miei occhi
quando giungerà
la notte dal chiarore devastante,
il giorno dalle lunghe tenebre,
nonostante stiano già confessando
da ingorde, una dopo l’altra,
tutte le loro pecche
tra le tasche bucate
dei rinnovati mercenari
e dei soliti mercanti.
(31/05/2023)