La novità dal non ritorno
Un sogno è il vostro,
espressione di levità
di un’arrugginita morte.
E il vostro inaugurato corpo
è il macchinario attuale
che tutto contempla di esso,
quest’osanna integrale
di silenzio fallito
che lava le brute ferite d’espressione
come fosse perossido d’idrogeno.
Ebbra larva
che tra le labbra più non mente
e che libera finalmente
la sua indole indecente
ecco che morde ora,
morde
e la pelle ancor non se ne vanta.
E giace l’altrove,
preda di chi ancora crede di dormire
mentre più di nulla riposa.
Oh misura,
che poni i limiti e
completi la struttura,
quando le stigmate della giustizia
si lasceranno abbracciare dal presente
cosa ne sarà di quel sogno
che ha interdetto il diritto di vegliare
riservato ai popoli tutti,
partendo dai più poveri?
Così come livida è la mano
che muove il nuovo suo percorso
verso l’atteso chiodo
che fisserà il mondo
sul legno verde
pur di destare i latrati dei cani
e i grugniti dei porci,
così avverrà che
insanguinata e tremenda,
dalla bocca di chi ode
la visione dell’Onnipotente
e la bacia timoroso con schiusi occhi,
come spada uscirà la parola
dalle mozzate interferenze umane
per ungere
con aria, acqua, fuoco e terra,
la novità dal non ritorno.
(15/12/2022)