Offrite pane azzimo ai vostri fratelli avvelenandoli con la fragranza espressa dalla viltà evasa dalle vostre inutili menzogne. La parabola che ogni dì si compie è quella di un estremo viaggio nell’affare in virtù di un interesse nazionale che supera qualsiasi bisogno individuale, collettivo. E in quanto interesse, dunque, portate negli occhi dei vostri sfusi sinedri l’effige armata degli strozzini da paese che calcolano il mancato introito da violenza e che si occupano, anzitutto, dei deportati danari, quelli costituiti con le malate leggi che promulgate dritto nella ferita del malato, nella ruga del povero, nella disperazione delle popolazioni colpite, succubi, annientate. E mentre bagnate la vostra stilografica nel sangue degli innocenti, onorandovi del vostro nome nonostante la incoerente giustizia espressa dai vostri decreti, saziate il ventre vostro masticandovi nella carne e nella polvere, razza di vipere e di predoni, privando infine i vostri fratelli di quel pane azzimo che avete avvelenato pur di essere chiamati eroi.
(01/12/2022)