La Parabola dell’Affare di Dio

Il Regno di Dio lo si può paragonare ad una Banca che ti si dona e che premia l’investimento padre con tutto il suo potere d’acquisto: l’intera eredità della stessa Banca.

Il cliente arriva e, dopo aver sostato nella sala d’attesa, quando giunge il suo turno si reca dapprima davanti al cassiere.

Questo conta tutto il dovuto alla Banca e, terminata l’operazione lo indirizza dal consulente che, prima di operare, deve tener conto del coordinatore che ha innanzitutto visionato il versato ed il prelevato stilando poi un rapporto dono-vita.

Poi viene il tempo dell’elaborazione provvisoria di tutte le azioni ed obbligazioni ed infine il cliente è accompagnato, dalla guardia giurata, in direzione. Qui rimane solo con il Direttore il quale stila un bilancio definitivo e decide per il suo assistito, tenendo conto dell’eventuale fido: chiudere improrogabilmente ogni rapporto per la cattiva gestione degli affari, oppure obbligarlo ad ulteriori azioni per stabilire un margine positivo.

Il Presidente si compiace dell’Opera del suo Direttore approvandola in ogni caso.

In verità Egli è il nucleo della sostanza ereditaria e pochi saranno coloro i quali avranno diritto al premio pattuito ad inizio investimento.

Per questo io ti dico: guai a te se hai contato su te stesso e sui tuoi averi e guai a te se hai contato sui tuoi simili: maledetto infatti è l’uomo che confida nell’uomo. Sarai gettato fuori, là dove esiste soltanto ricchezza d’incommensurabile dolore ed eterno rimpianto per la cattiva gestione dell’investimento che ti è stato donato.

Invece se avrai fatto tuo l’Affare di Dio contando su Dio, ebbene io ti dico che anche tu sarai Affare di Dio che in Eterno si curerà di te come il Suo miglior investimento e, da dono ricevuto che sei, diverrai Suo figlio eletto.

– 2007 –