La parabola delle tre vigne
Figlio dell’uomo va’
e senza andare scendi,
scendi pure dalla mia montagna
e proponi loro,
con tutta innocenza,
questa parabola:
Quando tra la vigna magra e la vigna grassa germoglierà il fusto di latte i pastori esulteranno con parole di carne che faranno ingolosire i vignaioli mandati a ruminare nelle altrui stalle per qualche soldo. Succhieranno alle mammelle del fusto il siero amaro e insipido e lo chiameranno padrone, con parole di sangue. Queste faranno inferocire i pastori più vecchi, poiché considereranno violato il terreno del sabato. Essi si recheranno presso la vigna grassa e la possederanno con tutta la loro assenza, tra le vertigini dell’ombra e delle tenebre. I vignaioli cadranno non per mano d’uomo e periranno per aver bevuto l’ebbrezza della feccia della terra. Dei pastori vecchi non si avrà memoria, tanto perduta andrà la loro ragione nell’ispessimento del morbo di tutta la foresta. Resterà una cagionevole vigna che monterà nel terzo terreno, dopo quello del sabato, la vigna più abbondante e subito il fusto di latte verrà diviso in due stagioni, una delle quali sarà invocata dai pastori rimasti, i più giovani, col nome di donna che più le si addice. Dopo questo accadimento avverrà il propizio. Tra la vigna magra e la vigna grassa crescerà una vigna che sarà detta sacra e dai suoi tralci regnerà feconda la stagione vergine. Matureranno, così, gli acini dell’ultima vendemmia che saranno premuti come i capezzoli materni della domenica ed avrà vita il latte, la carne conoscerà la primavera della sua anima e nella luce della luce brillerà, senza più fine, il cielo della festa.
Ascoltate adesso, perché così dice Dio, mio Signore.
Chi è il padrone della vigna sacra
e chi saranno gli invitati
nella luce della luce
per il cielo della festa?
Saranno forse i vignaioli
che per un soldo
ho mandato a ruminare
nelle altrui stalle?
I pastori anziani,
predati dalla loro
stessa fame di potere
sui mansueti armenti
e caduti nella trappola
di una letargia senza coscienza?
O, piuttosto,
saranno i giovani pastori
a ereditare la vigna
e a partecipare alla festa,
loro che hanno avuto fiducia
credendo nel mio nome?
Ebbene, io vi dico:
Soltanto loro
avranno parte tra tutti,
come miei figli, nel mio Regno.
Chi è senza pecora
tralasci il bastone,
chi vuole accrescere
la sua terra con violenza
erediterà una condanna più grande,
e coloro che sono
pastori del mio gregge
badino meglio alle mie parole di carne.
Perché se il mio Regno era, è, e sarà,
se la mia gioia era, è, e sarà,
così la mia giustizia era, è e sarà.
In verità
chi mi è fedele nel poco
avrà parte nel molto.
L’irresponsabile e l’assassino,
spalancando l’orecchio,
intendano e si convertano
prima del giorno
della mia grande festa.
(19/01/2023)