“In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.”
Di tutte le occorrenze, le concordanze, le frequenze, (essa) ne è l’illimitato spazio che tra movimenti confinati, con piena formula, aggredisce la fenomenizzazione temporale che ogni vivente ottiene, digià processato nel sapere. Riflessi di identità, di persone; sequenze di ragioni e di intelletto, innervate alle fuggitive crisalidi nei territori tattili dei cervelli, recano ai divenienti puerpere sinestesie, polpe di luci possedute da un termine a decadere, da una nascita a termine, di qua della concezione di ogni durata, per la concentricità del verbo. Libera da ogni dinamismo etereo, da ogni staticità gravitazionale, oltre il tutto (essa) resta, nel tutto fermentata, mentre tutto trascorre e finisce contrapposto a ciò che mai passa, a ciò che mai è passato, e a ciò che mai passerà. È la creatura purissima, immarcescibile, senz’alcuna genealogia, della eternità – una e trina -. La parola, nella parola della parola.
(02/01/2025)