Spirai. Nelle mie ossa confluiva la percossa dei cieli e la mia pelle non era livida, no, ma scandalo per gli occhi e un obbrobrio per i disonesti. Trafitto ai confini dell’anima il mio spirito emise vita, la stessa che in principio avevo in gloria presso di me, ovvero nel seno del padre. Mi allontanai dalla mia voce eppure il distacco la rigenerò focalizzandola nella luce che non sdegnò le mie labbra, bagnate solo dalla umana morte. Versato in cuore al petto per il più abbondante lamento che l’esistenza potesse generare, dipinsi con le mie lacrime lo sconcertante suono del di là. Crebbe la mia parola, nelle mie ossa confluì la percossa dei cieli seminante i germi della rinascita, finché un’alba si incarnò nel mio compimento.
(15/02/2022)