La Stella radiosa del mattino

A coloro che credono, sperano, adorano, amano e invocano il Signore Gesù attendendo la sua seconda e ultima venuta: pace a voi e grazia alle vostre anime. La pace non come ve la da il mondo; la grazia nel nome dello stesso Dio, autore della Vita. Introdurci all’Ascensione di Cristo innamorandoci di lui ancor più, amandoci tra noi, per la pace e la grazia che dobbiamo far operare in noi dal suo Santo Spirito, e dunque introdurci alla Pentecoste: quali sentieri ci attendono così limpidi, come fonti di acque pure che già zampillano nei nostri cuori, per andare incontro a Lui che è, all’origine di tutto, l’origine di tutto e che è dunque Via, Verità e Vita.
O nostro Gesù e nostro Signore, come un virgulto crescesti dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini e come vero Dio e vero uomo sei asceso al cielo. Dista più la preoccupazione misturata nel petto dei tuoi discepoli, dei tuoi apostoli, che la dimora che vai preparando per essi e per coloro che credono nel Figlio dell’uomo come Dio, in Dio e per Dio, adesso che hai fatto ritorno, con tutta la tua regalità divina, al regno del Padre dove tu, o Cristo, sei Dimora nella tua Dimora, al tuo principio, portando con te le stimmate, le ferite di un corpo immortale che hanno dato vita alla Chiesa, alle rivelazioni dei più arcani misteri per tua somma volontà, tu Dio nel seno del Padre che col tuo sacrificio unico, elevato oltre ogni umano sacerdozio, hai redento il mondo. Un mondo preda del maligno e dei suoi figli: per tale motivo, per distruggere l’opera del diavolo, ti sei degnato di farti uomo, di scendere dunque nella nostra condizione e materia, nella nostra bruta umanità, prendendo la nostra sembianza e così, con carne e sangue, hai mostrato a noi tutti cosa può Dio e, ancora, cosa può la Misericordia Divina. Andavamo errando come pecore senza pastore, finché il tuo gregge ha veduto una luce spuntare nelle tenebre: eri tu, la Stella radiosa del mattino. “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete.” Quale grazia più grande attendeva loro e noi, noi che abbiamo contemplato la tua gloria come quella di vero Dio e come quella di vero uomo nel seno del Padre, noi che, potendolo, lo attestiamo al mondo intero. Come attestiamo la tua parola mentre tu vai confermando noi. Agli albori del grembo della tua parola sappiamo degli albori del grembo della tua vittoriosa Madre la quale, per opera del Soffio Creatore, con umiltà devastante e obbedienza illimitata, ci ha donato il Verbo Divino. Ed ecco. Quale grazia più grande potevamo attendere? Tu in Lei e noi figli suoi, per mezzo del tuo più grande dono: rendere il respiro in terra, lo spirito al Padre ed una vita, una Vita al mondo. Ascendi e già stilla dal cielo la Pentecoste dei cuori. Fratelli e sorelle uniamoci in un solo anelito a quel mistero insondabile che appartiene alla Santissima Trinità e con risorte volontà procreiamoci a nuovi cieli e a terra nuova, lì dove potremo essere, uno ad uno, Uno in tutti, come ci ha promesso il Signore Dio per opera del suo Figlio unigenito Gesù Cristo. E sin da subito, amando Dio e amandoci gli uni gli altri, potremo gustare, come elette primizie, le soavi delizie del Regno del Padre, grazie all’Onnipotente opera dello Spirito Santo, il Paraclito, che vuole e deve albeggiare in ognuno di noi.
Carissimi, che il Dio della pace lasci germogliare in noi quell’amore divino che ci faccia restare saldi nella fede, perseveranti nella speranza, operatori instancabili nella carità, affinché con la stessa voce dell’apostolo possiamo dire: vieni, Signore Gesù. Maràna tha!

(09/05/2024)