La testimonianza

“Non metterai la museruola al bue che trebbia.”

(Dt 25, 4)

Sembrava priva di fiato, nel numero capovolto approssimato alla sua algebrica arringa, la sopravvestita parola. Ella si è data e, nel suo infinito andare, a fianchi scoperti e seviziati, ha colto uomini per i pagliai e fieno per i granai, sulla enorme via solleticata dal tramonto che luogo primo ha sepolto le opere, i pensieri. E le omissioni, come innumerevoli branchi di selvaggina da domare, da reindirizzare, a sguarnita tenebra, hanno tentato di ravvilupparsi sopra una mandria di buoi del tutto ignara delle opere. Così, ad ora giunta per i pensieri beffati, con la parola che dei suoi morsi graffiava ovunque sul dorso delle inermi bestie, è andato sorgendo, improvviso, in un deserto di cemento e di paglia, un favo stillante. Chi lo ha veduto e lo racconta da testimonianza al numero capovolto e alla parola. Chi lo ha saggiato e ricorda il suo sapore, oggi è qui chiamato dalla stessa parola, in ordine del numero capovolto, a dichiarare vita ai morti e ad onorare il vero.


(11/03/2025)