L’abito dal doppio colore



L’abito dal doppio colore, sempre più logoro e che mal si addice al popolo. Invano, infatti, credono alcuni di rendere un culto all’Altissimo. Essi se ne stanno ritti come tante bestie davanti ai loro dii e praticano il male quali predicatori di morte. Bestemmia è la parola della loro bocca, labbra unte di veleno e di rabbia procurano le peggiori avversità sulla terra quali calamità e guerre, siccità e carestie, bagnate dal sangue armato delle varie nazioni. Con i loro proclami, con le loro minacce, con le loro violenze, plagiano i cervelli e arruolano bambini che da lì a poco saranno denominati martiri, martiri per un dio che nulla può giacché non esiste. E allargano attraverso le frange più despote i loro filatteri poiché la loro guerra si chiama fame di potere e la loro fame di potere si traduce in soldi, fiumi di soldi, e loro, i veri dii di questa infamia, nulla possono poiché adesso li vedi e già più non sono. Ma il Signore guarda, Egli osserva tutto, Lui che ha il suo Trono nei cieli, l’Assiso, non lascerà nulla impunito, neanche una carezza fuori posto sarà dimenticata. Gli empi che oggi si macchiano l’abito dal doppio colore di orgia e codardia, di tradimento e di orrore, hanno in petto cucito il secolo ultimo dell’intera umanità, contato dalle voci di tutti quei bambini ai quali è stata tolta la vita per il vile danaro, dice il Signore. Avessi cresciuto dei figli, dice l’Altissimo, ora dovrei rimpiangere su me stesso e per il mio operato. Ma questi non sono miei figli. Sono progenie bastarda, rantolo di una meretrice che morde e geme assieme al suo padrone amante, il principe del male. Se non è tempo di pace è perché io aborrisco tutti gli operatori di iniquità, dall’assassino al corrotto, dal più grande depravato al ladro più meschino. Se non è tempo di gioia è perché il danaro non la può comprare. Un mondo assente nel suo governo lascia le proprie madri andare al fronte a lanciare missili come fossero bambini, gli stessi bambini che un mondo assente ha alzato in più di una circostanza da eroe, o meglio da salvatore di chissà quali dissacrate terre, al pari di un trofeo, commuovendo solo se stesso mentre allargava anch’esso il suo filatterio. Nel tuo cuore, Dio, oggi io ti ho contemplato. Nel tuo santo tempio. La luce che oggi si diffonderà da un capo all’altro della terra sarà quella luce che non ha mai smesso di brillare per i poveri, per i tuoi figli. Ed ecco. Così dice Dio, mio Signore:

Io manderò tra voi la mia luce,

quella che anche oggi è malmenata,

spenta, oppressa,

a partire dal mio tempio,

fin dentro al mio tempio,

e non recherò danno alcuno

alla memoria dell’empio e dello stolto

che muovono il loro riso beffardo a vendetta

perché la loro azione

si chiama paura e non gloria.

Questo avverrà

affinché la lingua degli impostori

sia passata come argento nel crogiuolo

per essere liquefatta

davanti alle loro bestemmie.

Il cuore degli oppressi, dei miti,

dei misericordiosi, saranno passati

come argento nel crogiuolo

affinché io li purifichi del tutto

e possa baciarli sette volte.

Sette come i miei nomi,

sette come i giorni di una creazione

che non rimpiango

e che ripercorrerò all’inverso

tra i sette bracci

del grande fiume del mio amore.

Quando avrò ristabilito il diritto

anche in mezzo ai cani,

ai rospi, agli sciacalli,

allora si dirà

che il Signore ha compiuto cose grandi,

una meraviglia agli occhi di tutte le nazioni,

opera delle sue mani.

In quel giorno

il lupo dimorerà insieme con l’agnello,

la pantera si sdraierà accanto al capretto;

il vitello e il leoncello pascoleranno insieme

e un fanciullo li guiderà.


Ecco.

Prendete una tavoletta di marmo

e incidete a caldo questa data, l’odierna.

Poi ponetela nei cimiteri della vostra mente,

lì dove Dio, il Signore vostro,

vi ha parlato.

(02/02/2023)