“Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.”
(Is 55, 10-11)
Lascerò che le voci si mordano l’una con l’altra, non avrò alcun riguardo per le potenze che, sotto il dominio delle tenebre, popolano l’aria. Quel giorno cadrà su molti e nei suoi avvenimenti un bambino di tutte le razze indicherà con la sua destra, alle generazioni di ogni tempo, il libro della vita. I cieli spalancheranno le loro cataratte, i nomi dei miei nomi si ergeranno per eleggere il mio giudizio. Manderò la rugiada su tutta la terra, e ovunque ci sia traccia di esistenza, affinché vi germogli un sole di verità e giustizia. In quel tempo ci saranno uomini che udranno le trasfigurazioni farsi prossime ma non le vedranno poiché i loro occhi saranno resi sordi al bello, affinché sia resa degna testimonianza alla conoscenza. Ecco. Vi saranno angeli che si tormenteranno in un’unica lingua poiché in un unico luogo vedranno i loro silenzi trascendere nella folgore che, attraversando il creato, darà luce al nuovo.
(11/11/2021)