Che sia l’evento a rendere meraviglioso un traguardo o viceversa? Indubitabilmente l’esistenza impone i suoi affollati travagli, tanto da poter afferrare un concetto che apre i nostri orizzonti al consolidamento dei fenomeni. Concepire, atto derivante da un insieme di logiche dal crepuscolo naturale, è un dovere non solo morale. Siamo il frutto di una duplice placenta, incamerata nel grembo dell’istante, che ci rende madri, la quale dona il suo frutto a quel feto affidatole dalla concordia. E l’afflato. Questo motore genealogico che mai dirige i propri prodigi oltre i limiti dei sentimenti, luoghi dalla semplicità perfetta e sopraggiunti a noi, creature così fragili, per il conferimento di quella grazia che non allinea i propri benefici in sequenze diseguali, è una delle verità mosse dai misteri del rinascimento disciplinati dalla dovizia dell’arcano.