L’essere residente nel primato della sua creazione

«Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora.» (Gv 2, 4)

“Cosa vuoi da me, donna? Non è ancora giunta la mia ora.” Chissà quale gioia dovette penetrare nel tuo futuro, atroce dolore, per l’esecuzione di una volontà quasi prossima, alla quale non sarebbe bastato sottostare ma eseguirla in pieno. E così, come la spada più affilata stava per trafiggerti l’anima, dovesti assumerti la responsabilità materna di chi un figlio svezza nel proprio cammino, poiché avevi già serbato in cuor tuo ogni cosa sapendo, dunque, dapprincipio, quale fosse la natura di tutte le opere, di tutta la vita, con la quale avresti magnificato l’essere residente nel primato della sua creazione.

(24/05/2021)