Lettera a coloro che temono

A coloro che vorrebbero avvicinarsi all’amore del Padre ma per qualsiasi motivo temono, temendolo: pace, gioia e benedizione. Abbiate fiducia, abbandonatevi come bimbi che attendono l’abbraccio paterno nella felicità spensierata che solo ai bimbi è data di possedere. Non abbiate dunque il timore di chi può farvi solo male fisico. È destinato a perire, sappiatelo e giubilate, anche nella sofferenza, poiché soprattutto nella vostra sofferenza l’Altissimo ama rendere visibile, viva e dunque operante, in mezzo agli uomini, la sua grandezza ricordandosi della sua misericordia. Qualsiasi cosa vorreste fosse fatta a voi, voi fatela agli altri. Questa è la ricompensa che già ora vi precede. La parola diffonde nell’anima di chi la riceve il sacrificio proveniente da chi si degna di abbassarsi fino alle gravità incarnate dal peccato pur di manifestare amore, desiderio di salvezza, attraverso labbra e cuore impuri resi partecipi della gloria del Cristo. E questo mistero è tanto insondabile alla sapienza terrena quanto più esso è rivelato ai piccoli, agli ultimi, ai dimenticati. Vi sono quelli che rigettano la parola poiché resi sordi e ciechi, posseduti dall’ignoranza e lasciati in balìa del male che li seduce e che temporaneamente li asseconda nella materia attraverso le opere della carne. Questo avviene affinché, quando i tempi saranno maturi per la parusia del Signore, siano rese note tutte le accuse mosse dal principe di questo mondo e vi sia data testimonianza ad ogni generazione trascorsa e presente. Ma la parola non ha tempi né si nutre di spazi. Essa ovunque si muove attraverso l’azione dello spirito che aleggia da sempre nella creazione per la creazione, per albeggiare e dimorare in coloro i quali mettono in pratica i suoi dettami poiché la amano. Come afferrarla dunque e farla propria? Ascoltandola, amandola quindi e, infine, con la stessa parola, operando i suoi prodigi. E quali sono questi prodigi? Niente di più semplice ed amabile, di più puro e confortabile. Lasciarsi permeare da tanto dono, nella conoscenza profusa dalla medesima per la salvezza del prossimo, delle anime. Tutto il resto verrà da se. Portare speranza, acquistarsi anche col proprio sangue l’altrui fede, essere fervidi e appassionati servitori del prossimo nella gratuita e indomabile carità, l’immarcescibile. Ecco, se c’è una sola creatura in questo mondo da salvare la si salvi con la semplicità della parola, l’eletta, vindice e ultimo altare del sangue versato dai giusti. I giusti. È in voi che la parola vuole abitare. Apritegli tutte le porte. Fate entrare il sole. E chi è mai questo sole? È l’Amore che si fa carne per noi, il Consolatore, il Consigliere, il Terribile in battaglia, il Signore degli eserciti, che vi annuncia la Pace in nome della stessa. Scenda con lei su di voi ogni benedizione spirituale in Cristo. Amen. Amen.

(31/01/2021)