A tutti i fratelli e a tutte le sorelle amati in Dio che è Padre, e custoditi come sua pupilla da Cristo Gesù che è Dio nel Figlio: misericordia e pace, mentre abbondino per voi ogni grazia, favore e benedizione, operate dallo Spirito Santo che, di concerto proprio del Padre e del Figlio, ed essendo la terza Persona residente nella cattedra Trinitaria, è giustappunto sempre Dio. Quale mistero impenetrabile all’essere umano e, dunque, ad ogni suo figlio, ha voluto devolvere, nella sua infinita pietà, l’Altissimo, miei cari. E quanta verità ne sgorga, come una fonte d’acqua viva, per chiunque ne nutre benevolo Timore, tanto da accrescerlo nella conoscenza pura del Signore. Ancor più alla vigilia dell’Anno Giubilare, che ormai si è reso presente in noi nella persona di Cristo Re, il quale intende svelarci le ultime realtà connesse ai tempi e a quegli spazi in cui la Luce nella luce, ossia lo stesso Gesù Cristo, vincerà in luogo di ogni giustizia, come incarnazione di quella Realtà ultima e prima.
È vero. Fedeli nel poco, noi avremo parte a quella fedeltà che ciononostante non è per molti. E se la perseveranza nella fede è una linfa più che naturale, la quale tende a giustificarci per le nostre fradice radici, dobbiamo ammettere che spesso ci lasciamo cadere come dei frutti marci, dandoci alla terra come pesi gravi dallo smorto suono. Quale tonfo ignobile il nostro, talvolta, essere mancanti proprio nell’amore, dimenticandolo. Ma l’amore del Signore verso di noi non potrebbe mai venir meno poiché, aldilà dei nostri molteplici traviamenti, tradimenti, resta a se stesso fedele. Egli che è anzitutto Amore e che della fedeltà ne è l’Assoluto Fedele.
Una parola va ed una fa ritorno poiché oggi arriva il giorno e a questo seguono le tenebre, in un moto costante che a molti potrebbe apparire perpetuo. E così eseguiamo il Suo volere senza nemmeno accorgercene, predati dall’indiscussa fame dei suoi più alti Misteri. No. L’uomo saggio non dovrebbe temere i decreti che favoriscono cotali avveramenti. Essi fungono da mediatori tra le nostre scelte, i nostri atti, le nostre opere, che dirigono in maniera inequivocabile il fallimento dell’umana storia, con la libertà superna di Chi, avendoci creati, da principio ci ha a cuore. E, difatti, Egli ci ha chiamati sin sul seno della rugiada per nome. E noi dovremmo cercarlo, senza mai stancarci, con il desiderio insaziabile di compiere il Suo volere.
Carissimi, dovremmo imparare a rimanere in silenzio dinanzi a Colui che è, perché Egli ci ama di un amore incondizionato, e in quel silenzio cominciare a vivere in ogni singola manifestazione di quell’amore, priva perfino della nostra ragione, dacché trattasi di un sentimento Onnipotente. E, in quanto tale, questo Amore non ha forma elementare, non è posseduto da alcun tempo, e la sua presenza regge dovunque ogni forma di esistenza, sostenendola per ogni tempo. Oh, quale sostanza immutevole desidera mutarci, per la nostra definitiva salvezza, nel suo immanente assetto Trinitario!
Anche se infittiscono le tenebre e gli occhi nostri sono adombrati dagli ostacoli del buio, di che impaurirsi, di che angosciarsi, se nel nostro battito vitale, anche il più recondito, e se nel nostro pensiero, anche il più dimenante tra abisso e cielo, dimora la consapevolezza che il Signore è amore e che Dio è con noi? Che dire, poi, se a tale consapevolezza aggiungiamo la certezza che è anche in noi, Dio, e che Egli è per noi? Orsù, dunque, benediciamo Dio con ogni energia spirituale che ci viene donata dallo stesso Signore nostro Gesù Cristo.
Certamente il clamore delle tenebre andrà svanendo, entro il petto ed i pensieri di chi ha compreso da quale amore è amato e da quale amore è sorretto, nella notte della prova e del dolore. Siamo forse viscere di quella Rosa che per noi nei cieli sta fiorendo? Lasciamoci fiorire in Ella!
Ecco. Il Signore avanza. Con le luci che formano lo schieramento potente dell’aurora, Egli avanza. Non tace, e la sua giustizia è come un fuoco immenso che tutto arde. Una fiamma, è adesso, un’elevata fiamma che indica la Via, la Verità e la Vita. E non vorremmo, noi, ardere di quel medesimo fuoco, essere sostanza viva di quella fiamma per brillare nella Stella del mattino per tutti gli uomini sperduti e per quelli sfiduciati, affinché in essi scompaiano le nebbie antiche dell’angoscia e dell’errore, così da averli accanto, così da essere un solo amore nell’amore per amore di chi ci ama?
Ascoltate. Una parola va ed una fa ritorno.
E non vorremmo divenire noi quella parola che adesso va, adesso va ad irrigare della terra i solchi per germogliare nel mondo, per poi fare ritorno lì, da Colui che è Vita, il quale ci ha unti d’Eternità introducendoci nel suo Verbo, seminando il suo amore nel seno nostro?
Carissimi, è giunto il momento di alzare il capo e di proiettarci con occhi aperti verso quel cielo che sta per spalancare ai suoi fedeli testimoni la sua porta, la prodezza che la destra del Signore ha compiuto per noi, per essere ritenuti degni di oltrepassare proprio quella notte dalle ombre di morte e per risorgere, così, dall’alto, approvati da tutti e sette gli Spiriti di Dio. Ed essere, infine, nel canto nuovo e innamorato della Sposa del Signore, il sigillo che dalle Sue labbra si scioglierà quando amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno, mentre da cielo a cielo si ergerà la sua splendida Fortezza.
Ecco. Fratelli, sorelle: per quell’amore che ci fa gustare sin da ora le beatitudini celesti nella comunione in Dio Padre, in Dio Figlio, in Dio Spirito Santo, il nostro vanto sia nell’amore verso il Signore nostro, l’Altissimo, sforzandoci con fede più che sincera, e sempre più viva, di crescere nella Sua conoscenza e nella Sua misericordia, con quella carità che è vessillo di alleanza vittoriosa e, ancor prima, illibato attributo di Cristo Dio.
Infine, meritiamoci di innalzare il nostro pensiero ancora una volta verso Colui che ci ha redenti dalle nostre colpe, dai nostri peccati, il quale, ascendendo al cielo e prima di assidersi alla destra del Padre, ci ha lasciato in eredità la più potente Avvocata in terra: la sua stessa Madre, nobile triclinio della Augustissima Trinità, l’Immacolata Concezione. Volgiamo lo sguardo a Dio, dunque, pensando alla Vergine Maria, avendo il suo beato e santo Nome sulle nostre labbra e lasciandola vivere nel nostro cuore. Ed Ella non potrà mai disdegnare di aiutare noi, coloro i quali gli sono stati affidati proprio dal Figlio suo Gesù Cristo, al quale vanno ogni onore e potenza, sapienza, vittoria e gloria. Per i secoli eterni. Amen.
(18/11/2024)