Carissimi fratelli e sorelle,
ci benedica il Padre, attraverso il Figlio, che di così immenso amore ci ama, fino a donarci il suo Santo Spirito per correggerci, per proteggerci e per consolarci.
E proprio allo Spirito Santo vogliamo indirizzare la preghiera più sincera, dimodoché possiamo essere istruiti nel nostro desiderio di conoscenza, guidati e custoditi nella sua Via, così da raggiungere quella Porta santa alla quale tanto aspiriamo bussare, affinché si spalanchi a noi la sacra Vetta. Per contemplare faccia a faccia il nostro Dio, bocca a bocca parlare con Lui. E affinché ognuno di noi possa, così, esclamare all’Onnipotente: scaturisca dalle mie labbra la tua lode, poiché m’insegni i tuoi voleri.
È prossimo. E in quanto a noi stretto da un’alleanza di pace e di sangue, da un mistero di gioia e di salvezza, lasciamoci adombrare il seno dal suo Santo Spirito affinché possa compiersi, anche in noi, la beatitudine prima e ultima dell’essere risurrezione, compartecipi della Divina creazione per la redenzione umana. Noi desideriamo che il Signore ci rivolga le sue parole sante. Sì. Siamo ripieni di quella volontà superiore che ci rende simili agli angeli. Ed è anche per questo che il nostro Fiat non può più attendere, perché nasce e si alimenta nel nome del Dio vivente.
Alla tua luce vediamo la luce. Ci accade, questo, perché siamo assetati dal contemplare il Volto del Signore, lì dove splende ogni sorgente di vita, di perfezione e di purezza. Noi vediamo come attraverso uno specchio d’acqua l’Ineffabile. Verrà l’attimo in cui questo specchio d’acqua si dipanerà negli stessi occhi nostri e saremo liberi, perfino dalla visione, per partecipare, così, alle nozze col Vero e prendere parte a quella gioia non misurabile con null’altro, in terra, tanto immensa la Sua venuta in noi ci renderà, esattamente, luce alla sua Luce.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Leggiamo che il Figlio di Dio, ovvero Colui che è nel seno del Padre, dunque Dio, nella sua seconda Persona, si fece Figlio dell’uomo. E noi lo cantiamo questo mistero. Noi crediamo in questo avvento. Noi, per tanto amore, siamo stati resi figli di Dio.
Guardate a lui e sarete raggianti. Ma come guardare, come mirare, da quest’angusta terra d’esilio, nei cieli del cielo per contemplare il Volto dei volti ed esserne trasfigurati per la sua indicibile bellezza? L’amore. È soltanto attraverso Dio che noi potremo giungere a Dio. Quale inespugnabile certezza.
Infatti, quando giunse la pienezza dei tempi, Egli non si limitò a mandare tra di noi il suo unico Figlio, l’Amato, ma grazie al suo sacrificio sommo, col quale ha redento il mondo, egli, l’Eletto, ci ha resi eletti, Lui, in qualità di Sacerdote, Re e Profeta, ci ha unti per farci divenire sacerdoti, re e profeti. Per essere, infine, destinati a diventare, da porte degli inferi che eravamo, a porte del suo Regno. E ciò è accaduto, accade e, fino al suo secondo avvento, accadrà, in funzione del suo Santo Spirito. Quale amore più grande? Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo: per noi, con noi, in noi. E quanta Misericordia!
È giunto il momento in cui dobbiamo anche noi dire e mostrare, al Signore, il nostro Fiat. Adesso. Dicevamo di quel seno adombrato dallo spirito. E quale beatitudine più grande ci attende, come una madre soltanto potrebbe attendere i suoi figli: compierci nel Figlio di Dio, adempiendo le Scritture. Entrando nel mondo, rinnovati nello Spirito, amando del Suo amore il Figlio suo, vogliamo rivolgerci così all’Eterno Padre. un corpo mi hai preparato: Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà.
E questo s’iscriva, per le generazioni future, quale più alto rendimento di lode, di onore, di gloria.
Venga a me, Signore, il tuo amore, la tua salvezza secondo la tua promessa. È così che l’Eterno ci parla, con la sua procreabile dolcezza, perché ci ama di quell’amore che ci rende simili agli angeli per portare, anche così, salvezza agli uomini e redenzione al mondo. Noi, compartecipi della divina creazione. Alla genesi, dunque, di ogni comunione celeste e autori di quell’esistere nel nome di Dio Padre il quale, per mezzo del suo Santo Spirito, va rivelando in noi l’Autore della Vita, attraverso l’Incarnazione del suo Figlio.
Voglia, l’Altissimo, per i meriti e la Passione del suo Unigenito Figlio, renderci degni delle sue stesse promesse affinché possiamo giungere, immacolati e colmi di ogni grazia, con Lui, alla sua ultima Pasqua, nella gioia dell’essere risurrezione, per una gloria incorruttibile e senza fine.
Carissimi fratelli e sorelle,
ci benedica il Padre, col suo Unigenito Figlio, nel dono di Sé, attraverso l’emanazione dello Spirito Santo.
E benediciamoci a vicenda, cantando un inno di lode paterno e materno, santificando, assieme all’intero creato, la Trinità beata ed il suo eterno Regno.
(25/03/2025)