L’immediato, come chi ne bevve dal nitrato d’idrogeno
Che l’uguale all’essere, poi.
L’immediato, come chi ne bevve dal nitrato d’idrogeno.
È la piena d’estasi, completata negli stadi uniti del cosmo e incappucciata tra i morbi celebrali derivanti dalle calunnie mai bypassate dai mondi coibentati dalle orbite in escalation. O fame archetipica degli elementi, chimica e fisica tracotanti nell’orgasmo immateriale dei fenomeni: la vertigine, eccola. Sparla nella gravitazionale specie di un medesimo nome dallo svezzato linguaggio boicottato dall’algebra, il garante della solipsistica somma d’animo abdicata nel furore della monade.