“Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile.”
(Lc 3, 17)
Si dichiarano vittoriosi dei l’un l’altro, mercenari dello stendardo sventolato e hanno decretato per i propri figli e per l’epoca loro il peggiore degli olocausti: da meridione a settentrione, da est a ovest, la morte, nulla contraffacendo, i popoli stringe nella sua ombra non pilotabile, al di qua della dimora dell’azimut, a seppellita meridiana. Nessuno li proclama deceduti e tutti fingono di non sapere che da Gerusalemme a Roma ci sono tante pietre d’angolo quante sono le vie, le piazze, e che i testimoni di ieri non parlano, non osservano, non odono. Soltanto indicano, presso quelle vie, entro tutte quelle piazze, i figli di tutti quei vittoriosi dei l’un l’altro su quelle pietre d’angolo dove presto e oggi, adesso e domani, andranno a fracassarsi. Come dei beati. Come dei martiri. E i loro padri, le loro madri, quando la terra gronderà di tale sangue, biondeggeranno, come cimiteri di mammona e di zizzania, per l’inconosciuta mietitura dei l’un l’altro, bruciati come pula con il fuoco inestinguibile.
(04/01/2025)