Istruirò i mondi che penderanno dai miei bulbi prima che le pupille dirigano le loro definitive visuali verso le coordinate retroverse della retina più nevosa affinché, come una lampada colma d’olio – oltre il suo orlo tempestato dall’età, imploda nei miei occhi il matrimonio del cielo ed io possa, così, tra vergini acque mattutine, unirmi alla prima e ultima luce incarnato di amore, di eterno amore, tra l’io e l’essere, oltre me – dunque, per l’immutato bacio della mia natura, trasceso in uno spirito che già va trasfigurando l’anima del mio tempo nella più pura concezione della vita. L’infinito diverrà una creatura da carezzare. Sarò io in quella carezza. E sarò io l’infinito.
(15/10/2024)