L’obolo della desolazione

È ancora tempo di alzare il lamento,
di concedersi al pianto.
È sempre notte fonda
sulle valli scoscese
e sulle baie desertificate.
L’Europa è diventata un burrone
dove il mare non giunge
al loculo della sua arena:
che disfatta,
quale grande disgrazia
non cessa di opprimere
il cuore degli uomini
nel violento sonno
delle loro donne.
Ah, come sono cambiate
le ore del giorno
e quanto carnivori
son divenuti i loro sogni!
Piango per loro,
per le figlie di un non popolo,
piango per le madri
senza più nazione,
per le donne senza più mariti,
per i bambini senza più padri.
Violenza, si ripetono l’un l’altra.
Orrore è ciò
che si trasmette dai loro volti,
da quegli occhi
così terrorizzati e scarni.
Corpi arresi ad altri corpi,
che dovrebbero assimilarsi
a bestie feroci, a cani bastardi,
stanno preferendo la morte
alla destituzione della dignità
e alla privazione di ogni libertà.
E cos’è tutto questo?
È la prosecuzione del mondo,
l’inno di chi ha un solo interesse:
il potere,
nella sua liturgica e fame affamante.
Non serve aggiungere orrore al terrore,
anche se costantemente questo accade.
Ecco. Così dice il Signore,
Dio dell’Universo,
Colui che ha creato la terra
e ha disteso i cieli.
Io sto uscendo
come un cacciatore
per predare quella storia
più crudele e infame.
Non baderò alla leonessa che sbrana.
Lo fa per i suoi leoncelli.
Non terrò conto dell’orsa che sbrana.
Lo fa per i suoi cuccioli.
Non terrò conto
nemmeno dello squalo che squarcia.
Lo fa perché gli hanno rubato le sue acque.
Sarò un devastatore
per chi sta devastando
e un padre veritiero.
E quando avrò finito,
io stesso sarò chiamato
da me stesso a sterminare.
Partendo da colui
che per primo mi tradì,
guarderò in faccia
uno dopo l’altro
i traditori del bene
e con la morte
che lascerò brillare
nei loro occhi
tutti, tutti costoro
mi guarderanno stupiti
poiché hanno colmato ogni misura.
Più dei loro padri.
E così, oggi come mai prima d’oggi,
l’Europa è diventata l’obolo della desolazione.
E il mondo intero io vi ci getterò dentro.
E chi non crede alla mia parola
non scamperà alla leonessa,
all’orsa e allo squalo.
Urla, urla il cielo disteso
al cospetto della folgore.
Io mi dico: come mai potrò tacere?
Guardatevi dagli idoli.
Figli, guardatevi dagli uomini.

(08/09/2023)