L’ordito della sentenza

Scene, le medesime. Ovunque e comunque. A quale prezzo. Oh! Non indugiate nella lacrima sommaria, nel pianto ultimo che malamente vi rumoreggia negli occhi complessando il volto di chi dall’altro sguardo, il disavanzo di un opposto, nemmeno vi riconosce, in una disappartenenza immane che smuove i monti e lascia crollare ogni respiro certo come fosse acqua pendente da un naufragato scoglio, l’ennesima carezza posta sul capo dell’uomo che cammina la sua corsa con le mani a terra ostacolato dalla sua stessa maturanda speranza, coinvolto appieno dal coltivato affanno in fase di sorpasso. È tutto vero nella sua integralità. L’autorevolezza cede i passi alla sua smorfia nella corsia interrotta. Lo sparo. Lo sparo. Scene, le medesime. Ovunque e comunque. A quale prezzo. Falsato finale per un invertito avvio. L’ordito della sentenza.

(17/02/2023)