“È fuori di sé.”
Si, era davvero fuori di sé in quanto essendo di natura divina non altro poteva che afferrare il tutto che dentro gli dimorava per confermare in pieno l’altissima volontà della quale egli stesso era principio e fine. Quindi nozione e finalità allo stato puro e verginale per le quali il mondo intero si sarebbe chinato per esprimere forza e debolezza, follia e sapienza, sino ai giorni d’oggi e sino a quando ve ne saranno per i popoli di questa terra. Quale gioia quando ci chiameranno stolti e folli per l’amore nutrito verso il Crocifisso e la sua croce, e quanta follia e stoltezza dimostreranno i nostri accusatori i quali volendo far morire il nome del Crocifisso sulla croce non altro hanno ottenuto che la sua continua presenza, la sua resurrezione costante, la sua vittoria in ognuno di noi che, amandolo, facciamo del nostro prezioso corpo spirituale un’autentica gloria aurorale. Da deboli che eravamo un tempo ci riscopriamo forti di quella forza che non appartiene agli uomini ma a quel legno beato voluto dagli stessi uomini e attraverso il quale il Figlio di Dio ha attirato tutti a sé, fuori, fuori dal legaccio della morte. A noi, dunque, il compito finale di ricapitolare in Cristo e per Cristo la sua stessa parola, mettendola in pratica – Verbo che si fece carne e che venne ad abitare in mezzo a noi – per essere madre e fratelli di Cristo, luce per illuminare le genti e tutte le nazioni.
(31/08/2022)