L’ultimo enigma



“Le madri, non sapendo più parlare, hanno solleticato le labbra dei propri figli e questi non han voluto sorridere, non sapendo più parlare.”

E questi figli erano uomini. E quelle labbra erano armi.

Attorno ad essi solo traditori della vita, esecutori di condanne mai comandate con giustezza di spirito, il mio. Loculi di vendette smisurate lasciati volutamente colmi di quell’odio che solo la disintegrata dignità potrebbe misurarne il peso. Cosa faranno i padri di quei traditori, consapevoli della loro infame condotta? Non sapranno schiavizzare ancora di più i figli di quelle donne, indegne anzitutto d’essere chiamate madri, esattamente come facevano con i loro stessi padri? Poni questo enigma sulle labbra dei prepotenti e dei malvagi affinché il loro sorriso sia vincolato al silenzio che vorrò allegare nelle loro menti bacate da quell’orfanotrofio di poteri e di avvenire fallaci, sintesi globale di quello che è divenuto in questo mondo il frutto quotidiano dei miserabili e dei dannati. Quando il Figlio dell’uomo verrà per giudicare i vivi e i non vivi ci sarà poco riguardo per la morte. I miei angeli schiuderanno la bocca ai poveri e le lacrime dei giusti saliranno come profumata essenza tra le memorie degli umili, i rigogliosi salici che pianterò per la circostanza beata sulla terra. In quel giorno, beffandomi della canzone intonata da ogni fiato superbo, svelerò il mio presente enigma con le labbra ancora da slattare dei vostri figli incomprensibili, poiché ho avuto sete di pace e avete avariato la pace, ho avuto fame d’amore e avete concepito nel male, o inutili, o traditori.

(30/08/2022)