Parlavate. Di che, lungo la strada che vi conduce? Ecco. Non avete ricordato che camminate sull’orlo del precipizio. Breve, quanta è breve la distanza che separa la veglia dal riposo. Fitti comparti di nebbia, nottetempo, opprimono la vista già corrotta di chi non vuole udire echi di speranza né indossare gioghi di salvezza. E passeggiate, passeggiate barando, schiaffo dopo schiaffo, in un vien vieni di soprusi e di rapine, nel colluso viavai di un’ostentata stagione di pace da programmare per calendari civili inesistenti. Ma lungo la strada che vi conduce, nell’andare, il parlare vostro si farà cupo, si addenserà la tenebra dattorno a voi e il terrore avrà il vostro volto, saprà dei vostri sguardi, quando vi chiamerà ad uno ad uno, e la superbia e l’orgoglio risponderanno nel nome vostro con identica voce. Quella della perdizione. Camminavate. Ecco. Non avete ricordato che lo andate facendo sull’orlo del precipizio.
(30/01/2025)