Ma una luce, una luce giunge ai tuoi occhi
Tramortito nel tuo grave male, nel tuo persistente peccato, hai derubricato ogni precetto che era stato per te stabilito e consegnato ai tuoi padri facendo così fallire il progetto nato per la discendenza cui fai parte, schiera, e lasciando divenire oggetto di maledizione coloro i quali ti hanno concepito. Ma una luce, una luce giunge ai tuoi occhi da questo disanimato deserto affinché si rinsaldino le pupille di tanti e ritorni ad essere fecondata la gioia su di una terra innocente, una terra circoncisa nelle sue rigogliose radici ove l’ingannatore, il superbo, l’orgoglioso, l’arrogante, l’omicida, l’idolatra e il perverso conosceranno presto il loro ultimo tempo di guerra. Sarà chiamata generazione ammirabile la stirpe che darà vita a questa nuova creatura che calpesterà il resto delle altre generazioni degenerate nel culto dell’ipocrisia e della viltà. Essa possederà la terra e questa sarà chiamata con un nuovo nome, anelito di pace, poiché ad essa confluiranno le genti che hanno sperato in essa, che hanno spirato per essa. In quel tempo ci sarà un’unica stagione, il Signore non dimentica il suo popolo, e nessuno avrà altro nutrimento che quella luce la quale donerà a coloro che l’hanno accolta una imperitura gioia e una pace profonda. Come uno sposo che gioca con la sua amata, poco prima di condurla nella sua stanza regale, così farò con questo mio resto, il mio popolo, dice Dio, mio Signore, togliendole il velo nuziale con immisurabile amore per farmi riconoscere. Sì. Non ti celerò il mio volto né lascerò che il mio sguardo si allontani mai più dai tuoi occhi perché un figlio sei tu per me, oggi che sei ritornato con le tue labbra pure, ancora bagnate di latte e con quella voce dalla commozione strappata, così a me cara, che innamorata, senza più invocarmi, si unisce alla mia chiamandomi Padre.
(20/01/2023)