Moniti e maledizioni



“Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero.”

(Mt 21, 37-39)

Orrendi, quanto ai miei occhi
sono orribili i vostri sacrifici,
dice Dio, il Signore degli eserciti.
Partoriti da odio e da vendette
avete catastrofi, fame e guerre
che fuoriescono
dalle vostre tasche acquitrinose.
Nessuno si inganni:
sono le vostre fedelissime compagne.
Avete viscere per occhi
e bocche al posto dei pensieri.
Dite e mai fate,
imponete giochi mortali
sul collo di chi
dovrebbe trovare in voi
una guida e non un burrone.
I bambini poi, prime vittime
della vostra longeva perversione.
Offrite con la vostra lingua
delitti su delitti
e offendete la veste che portate
con la vostra mano usuraia.
Voi non fate parte
di questa generazione
incredula e ribelle.
Voi siete coloro i quali
destabilizzano i cuori
della gente per bene
vendendo come oro
perfino i vostri capelli.
Rovi e uva bastarda
sono cresciuti nella mia vigna,
nella vigna del Signore.
Sono stanco, sono stanco
delle vostre continue violenze,
delle vostre numerosissime bestemmie,
dice l’Onnipotente.
Oh, delinquenti!
Fino a quando
potrò sopportare
che il frutto della mia vigna
venga calpestato, rubato,
ceduto a millantatori e a ladri?
Ecco che io sto
per attizzare un fuoco.
Ecco che la mia vigna
è già preda delle fiamme.
Bruceranno, a causa vostra,
i tralci buoni e i rovi,
le viti e le spine.
E poiché avete
disperso il mio gregge,
lasciandolo giacere
tra le zanne avvelenate
dei più affamati lupi,
così dice oggi Dio,
il Signore, il buon Pastore:
io addurrò una grande catastrofe
su di voi.
Il vostro bastone
si muterà in serpe
e chi di voi avrà diritto
a non ricevere pietà ebbene,
non avrà alcun scampo.
Io stesso radunerò il mio gregge
dopo aver percosso i pastori.
Io stesso germoglierò
nella mia vigna
e i miei tralci soffocheranno
i pruni e i rovi.
Perché le vostre vie
sono vie di convenevoli
e di depravazione
e la verità non v’appartiene,
come neanche la vita.
È così che io farò di voi
un monito da banconota e una maledizione.
Perché quello che è mio è mio.
Da sempre e per sempre.
Comprenderanno i monti e i colli,
i fiumi e i mari,
le isole e le nazioni tutte
che io sono il Signore, l’unico Dio,
colui che abbassa i potenti
e innalza gli umili,
che avvizzisce i giardini
e fa fruttare le foglie,
per una nuova creazione.
Con lo spirito consolatore,
il paraclito,
mandato a rinnovare per intera
la faccia della terra.

(27/09/2023)