Nascita di Gerusalemme
“Poiché creo Gerusalemme per la gioia,
e il suo popolo per il gaudio.”
(Is 65, 18)
Fioriranno, a noi abbracciati, cieli nuovi
quando il tempo si fermerà nel nostro petto
per elevare, sul monte dei nostri anni,
il monte della città celeste.
Verranno, quel giorno, popoli, in tanti,
e le genti si uniranno come un solo pascolo
in un letto di rose e di mandragole.
Anche noi ci uniremo,
per la complessa derivazione dell’attimo,
come querce solenni e increate
fiere l’una dell’altra.
Fissando lo sguardo sulla nostra voce
la moltitudine eletta,
dirigendosi verso le vette dell’aurora,
vedrà la sua storia scarlatta passare
e mirerà nella sua pelle rinnovata
l’innocenza illimitata della primavera.
Ci seguiranno, a due a due,
senza più il timore che vinti li legava
sulla stanca miccia dell’aureo tramonto.
Avvicinandoci a loro comprenderanno,
uno ad uno, chi è l’agnello e chi il pastore
e saremo un’unica gioia, un’unica gioia,
per elevare, sul monte dei loro anni,
il monte della città celeste tra cieli nuovi.
(03/02/2022)