Il sonno dei vostri tremebondi misfatti avviluppa i cuori incirconcisi e sempre più sclerotici, avidi, attraverso la reale simulazione al cardiopalmo dell’umano pensiero. Oh, la robotica, la cibernetica! Quale scienza più macabra potrebbe concepire il crisantemo in fasce fiorito nel volto dei violenti, dei blasfemi, dei defraudatori, dei più indegni governanti, della casta innominata dunque, ovvero di tutto il riso pianto dagli orgogliosi, dai superbi, o vendemmiatori di morte, o perpetui perdenti? Nessuna scienza poiché anch’essa è uno strumento concesso in permuta, con l’attenzione del leasing, sconfessata dall’apparecchiatura del caos. Menzogneri, vi siete costruiti barche di platino sopra oceani di sterco e di veleno. Bestemmiatori, l’urlo dei vostri figli è maledetto dai vostri padri i quali mai riposeranno il sonno degli onesti, dei giusti, degli eletti. Persecutori, con l’ausilio delle più dotte ingiustizie proclamate il regno dei dannati nella mente dei fanciulli procreandovi da soli in un’urna di fango per il vostro infelice essere futuro-presente. Ecco. Il grembo della grande idolatria giace sui gemiti del piacere per la contraddizione che supererà tempo e mondo: il patibolo, dal quale sventolano gli stendardi delle vostre depravazioni. Sta per crollare, sta per piombare addosso ai cimiteri di ferro e catrame che parlano fieri con una lingua calibro sfera. E come l’aquila mangia i suoi piccoli, per la malaria del suo becco intarsiato nel sangue, poco prima di volare via senza più farne ritorno così contemplo lo scempio furioso di chi l’ultimo suo seme brucia inconsapevole che ancora una volta null’altro ha concepito che la sua stessa tragedia in re diesis nei crisantemi della notte.
(12/09/2022)