La memoria critico-cultuale che ovunque ormai si sta fabbricando senza ricambio alcuno d’aria è una specie nuova di ferita completamente aperta dal sonno posticipato di troppi usurpatori anonimi sugli assemblaggi erronei della divulgata dottrina neotestamentaria. Questa ferita, giungendo all’apice della sua secolarizzazione, guastandone il cuore, libererà presto l’antiuomo per antonomasia programmato per inizializzare il più grande scisma di ogni tempo atto a screditare il nome col quale tutti furono segnati prima e durante l’azione del creare vita ma, come anticipato dalle vetero-scritture testamentarie, costui sarà scisso prima e sconfitto poi, senza intervento umano, affinché sia ristabilito un tempo immemorabile ove il sacrificio perfetto si coniughi nella misericordia assoluta. Ecco. Quando l’uomo crederà d’avere tutto sotto controllo, per il morso del serpente impallidiranno epoche, a miliardi, e molti comprenderanno che in fondo alle loro certezze non altro si è accesa che la ferita di una condanna eterna nel completamente presente. Chi vorrà versare sangue? Chi vorrà asciugarlo? Guai. Guai a sentirsi liberi. Libera è soltanto la ferita, nel suo tempo all’umanità concesso.
(03/04/2023)