Nulla e domani, per estinguerli alle morti di ieri, di oggi, in concentrici nuclei di bosoni dall’inveramento cromosomico: moti prìncipi dalla neutra compenetrazione neuronale nell’esondante linguaggio.
Bisogna accaderci in istanze di avvenenti attuali, insufflarci dal respiro scomposto del presagito nel suo andare, nel suo venire, con i lutti particellari dinamici nell’anima che, disegnando traiettorie di infinite genesi del dolore incorporeo, implodono nella vasta matrice del sonno, nell’imprecisato grembo di ogni veglia.
Finché ieri e nulla, dimensionati e corretti anch’essi dalla micro sintesi trascendentale dell’essere che tutto perfeziona e giustifica, per estinguerli alle morti di oggi, di domani, in spazi di luci asimmetriche nel concentramento totale di noi, di me. E oltre:
Genoma ormai illeggibile,
trasfigurato in sorgente
dall’appartenenza a suono e spazio
al principio che, entro lui,
compie il suo primo e ultimo nome,
fermentato per iniziazione
dalla sopravvestita infinitezza
della ingenerata creatura dell’atemporalità.
(29/10/2024)