Nel fare delle cupe tenebre



Quando i beffeggiatori del nord faranno scuola di riparazione pur di controllare i contraffattori del sud la loro integrale condotta dipenderà dall’estremismo assoluto dalla matrice autarchica incarnato nel pensiero incancrenito dell’uomo. Questi, operando prodigi bellici, chimici ed economici, si accattiverà la stima ignobile dei suoi falsi concorrenti sleali. Nel contempo i suoi figliastri, inconsapevoli che nessuno dei prodigi compiuti potesse essere assimilato a segno, inizieranno la loro ultima marcia verso la madre di tutte le prostitute. Lei, la lussureggiante, la depravata, andando sempre più a regime, come una puledra in calore che non trova pace senza i suoi schiavi stalloni sedurrà, con le sue nudità via via sempre più sguaiate, tutti coloro che si credevano forti e che tali erano agli occhi dei beffeggiatori, dei contraffattori, dei calunniatori e dell’uomo altro, colui che bevendo veleno e masticando gas rafforza il cuoio del suo stomaco e l’indice dei suoi reni. Vi sarà una scacchiera che vorrà vedere la luce del mezzogiorno ma non le sarà concesso poiché l’ombra dileguerà ogni sua pedina nel fare delle cupe tenebre. Ecco. Il giorno senza mezzogiorno, e orfano di tenebre, io lo ascolto, freme, già lotta come un condottiero, è un prode cinto nel suo destriero dalla velocità indifferibile. Guai allo speculatore di anime poiché la sua sorte è già preda dell’inflazionata, terrifica fine. Parrà un’ingiustizia per i molti poiché la paura e il perpetuarsi dell’incesto nella matrice degli interessi personali da soli appagano. Seguirà la sete del terrore a contaminare la grande prostituta in tutte le sue viscere e dall’avidità dell’arsura il suo abominio cesserà. Lo vedo, è alle porte. Arretrano tutti, codardi dopo codardi, le trincee sono mucchi di catrame ed è lì che non troverà riparo l’irreparabile.

(12/02/2022)