Nel giorno allattato dalla folgore

Ogni riva sperde i suoi aloni di bellezza nel notturno clamore. Oh aspro sentire, caducità delle ombre che trasmettono invano i loro tramortiti sembianti negli umani sogni! Il cielo rosseggia quest’oggi e il segno atteso, il più eloquente, si dimostra come un celere lievitar di nuvole nel ventre occulto dei più maturi sguardi. Abilità sonore delle sfere, dei mondi tutti, nelle comparazioni delle formule: se per l’indefinito tempo si riproduce il germe divino, folto di sconosciute luci e di virgineo splendore, è altrettanto vero che al di là di ogni scienza terrena non altro rimarrà che la parola pura nella di nessuno bocca, con le sue ignote nascite, per inscrivere la vita nella via dei suoi nomi e in essi appieno compierla, nel giorno privo del transeunte tramonto e allattato con la potenza dell’eterno amore innamorato dal seno primigenio della stella del mattino, velata in ogni altezza dalla sua gloriosa folgore.

(20/09/2024)