Nel senza giorno e senza notte

Non tacerò al mio virgulto il mio amore, la mia gioia, la mia passione. Come un mandorlo io lo renderò sazio del suo frutto e con abbondanza di spirito lo renderò luce per i popoli e per le nazioni, come un fiume che rivelerà i miei portenti antichi e ne annunzierà per me di nuovi, operando prodigi ancor più grandi e lasciando a tutte le generazioni grandi segni per dare coraggio a chi porterà le lampade della mia consolazione nei tempi e negli stabiliti luoghi. Non alzerà la voce ma anche le isole l’ascolteranno, non piegherà una canna ma col suo vento venuto dall’alto lascerà piegare le querce e i cedri, abbattendoli. Sarà più di una pupilla dei miei occhi per me, più di un servo fidato. Poiché mi è piaciuto provarlo e docile mi si è mostrato fino a donarsi per l’altrui vita, fino ad ergersi a spalancato amore cancellando l’altrui male passato, presente. E il futuro, il futuro è in lui, in lui ho posto il diritto e la giustizia che farà brillare con rettitudine. Col suo braccio piegherà i potenti quando verrà l’ora e siederà glorioso alla mia destra, giacché mio figlio era da prima che la mia vigna fosse ed è stato per essa il mio operaio, era da prima che le pecorelle fossero e si è dimostrato per loro il buon pastore, era da prima che il cielo degli uomini fosse e lui ha lasciato a sua madre la porta del mio regno e ad un uomo le chiavi, tanto l’amore e tanta la gloria. Non tacerò, quant’è vero che esisto. Quello stesso campo, quel medesimo cielo, finiranno nel senza giorno e senza notte, quando non udrò più Sion piangere per l’unico erede dalla mia sacra vigna.

(30/09/2021)