È l’ottobre del macabro e del terrore
e in tanti non vi sono ancora nati.
Fibrillano moltitudini di tormenti
nello sconcerto dei popoli
e l’inquieto vivere
altezzoso domina
dall’arresa fanfara dei sogni.
Su Gerico nevicano
le lacrime dei condor,
su Damasco si è abbattuto
il paesaggio del Salmon.
Urlano i pastori di Betlem.
Urlano perché
hanno dato fuoco al legno,
pasto alle carnivore fiamme.
I piedi che corrono
sulle zampe delle colombe
stanno per diventare
metallo che cola
senza poter essere raffinato.
Nessuno salirà
sulla vetta del Paran,
anche se gli stanno morendo
attorno e dentro
accomiatandosi
dalla visione di un mondo
che tutto osserva
con l’occhio di Abele
orbitato in quello di Caino,
mentre strisciano
centinaia di milioni di passi
nella convulsione programmata
per l’ultimo olocausto.
Anche i cani ne avranno la loro parte.
(16/10/2023)