Nella lieve contemporaneità dei nostri magnifici anni
Ti vedo.
Non sei ancora io,
me,
alternanza di coniugazioni
che colmerà di noi,
tra essi,
la quieta radice
del nostro fruttuoso andare
verso il rugiadoso mattino
preceduto dalla comunione animica
di una percezione multipla e presente.
Sì.
Manifesterò con la stessa tua voce
il concepimento espansivo
del nuovo giorno,
il redento,
quando il bacio della luce
farà di noi un solo canto
ad abolite tenebre.
Ti vedo.
Siamo coloro che siamo,
proseguimento di noi
che mai smetteremo di amarci,
di amare.
E intanto,
nei miei occhi,
dondolano angeli.
È la vita,
questa doglia in progressione
che lagrima in coro
l’attesa e l’avvento
dell’inspirare nuovo dei cieli
nel primo gemito dell’alba.
E l’infanzia,
questa meraviglia
compiuta e interminata del cuore
che di eterno
trafigge i più possenti battiti
nella lieve contemporaneità
dei nostri magnifici anni.
(01/08/2023)