Nella struttura del tuo intraducibile algoritmo

Ogni azione mia è stata computata. Essendo tua opera, sotto l’egida della grazia ho attribuito il peso loro a discolpa del perpetrato ingorgo del male a disfunzione del corpo che sottostava sotto il giogo della legge, in connubio alle mie membra un tempo lacere, logore, macchiate da quel superbo e voluttuoso volere che in me giaceva torbido, umano. Quale forma di sentimento vasto e nel divenire, al contempo, una specie di scandalo per il mio prossimo, iniziato alla logica del tuo antecedente primato identitario, mi hai introdotto nella esecuzione tacita del tuo creante pensiero. Ed è così che, in concentrati di elevata purezza quale solo il tuo nome può consentire ad un essere pervenuto alla più severa nullità del suo corpo e delle sue relative bassezze, oggi, nel perpetrarsi della dualità cosmica nelle strette coniugazioni di una realtà fortemente compromessa dai solstizi della carne, della debole finzione dell’eterogeneità dei sessi, affronto il tramonto del valore attribuibile al fattore scosceso della dignità umana connesso al favorevole tempo che permane nella struttura del tuo intraducibile algoritmo che rinnoverà la faccia della terra.

(20/10/2021)